Direttore Responsabile Lanfranco Vaccari
 

dell' 11.11.2004   


Presidente di giuria Molinelli:
«Qui parliamo di musica non di come ci si deve vestire»

 

«Lo sa cosa mi hanno detto molti ragazzi? "Finalmente si parla di musica, non di come dobbiamo vestirci!" Il loro ringraziamento mi ha fatto felice». Il maestro Roberto Molinelli - violista, compositore, direttore artistico dell'Orchestra da camera di Bologna -, docente e presidente della giuria che ascolta e seleziona i circa 450 giovani concorrenti dell'Accademia della Canzone, è uno dei simboli del nuovo corso.
Come è stato l'impatto con l'Accademia, dopo tutto quello che è accaduto nel recente passato?
«Io dell'Accademia avevo sentito soltanto parlare, mentre il Festival l'ho sempre seguito. Mi è piaciuta l'impronta di forte trasparenza che si è voluta dare al concorso, sintetizzabile nel principio "vinca il migliore": sul serio. Una delle cose peggiori è frustrare doti e speranze dei giovani, facendo prevalere meccanismi deprecabili. Sento che tra i concorrenti si respira un clima di ritrovata serenità e fiducia.
Siete al quarto giorno di corsi e audizioni. Quale idea si è fatto del livello di preparazione dei ragazzi?
«Abbiamo già ascoltato un gruppo e diversi solisti interessanti, con grandi doti vocali, preparazione tecnica e carisma, capacità di stare sul palco. Ma l'attenzione e la voglia con cui tutti seguono le lezioni, a cominciare da quelle di composizione e arrangiamento che sono di mia competenza, dimostra che questi ragazzi credono nello studio, e non tanto e non solo nell'immagine, nel look. Che ha certo una valenza per chi sta in scena, ma viene dopo. Sono contento che sia recepito un messaggio importante: studiando, non apparendo, si arriva».
Lei è un compositore di musica classica, sinfonica e da camera. Un'esperienza molto lontana dall'Accademia della Canzone...
«Ma io mi sono sempre cimentato in tutti i generi musicali, compreso quello "leggero". Ho fatto arrangiamenti per Lucio Dalla, composto "Con te partirò" di Andrea Bocelli, lavorato con artisti come l'italo-egiziana Nair, il bassista jazz John Patitucci, il grandissimo Chet Baker. Credo di avere un'esperienza a 360 gradi, e tra l'altro ho anche diretto varie volte l'Orchestra Sinfonica di Sanremo, curando il lavoro di arrangiamento del repertorio dei Beatles e quello sui classici dei cantautori italiani. E ai ragazzi spiego che non ci si deve fermare al livello amatoriale, che quello che facciamo oggi l'aveva già scritto 400 anni fa Bach, che la musica risponde a canoni precisi che bisogna conoscere...».
Quali criteri seguite nel valutare i concorrenti?
«I ragazzi sono emozionati, cerchiamo di metterli a loro agio al momento dell'esibizione. Li giudichiamo in base alla tecnica (intonazione, respirazione, fraseggio), al timbro vocale (qualità e uso della voce), alla personalità e al carisma».




Claudio Donzella
11/11/2004